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The neck of my Guitar
Paul Simon: ´Ora canto Dio ma temo i fondamentalisti´ La repubblica
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Uscirà ad aprile il nuovo album del popolare cantautore americano intitolato ´So beautiful or so what´. Ci racconta come sono nate le canzoni, la sua vita alla soglia dei 70 anni e l´attenzione a chi soffre la crisi
di PHIL SUTCLIFFE
Paul Simon, compirà 70 anni il prossimo ottobre
Paul Simon a ottobre compirà 70 anni e la ricchezza musicale e poetica del suo nuovo album, che si intitola So beautiful or so what (uscirà il 12 aprile) dimostrano che è ancora perfettamente in grado di affrontare qualsiasi argomento. E di fare anche molto di più. Se parliamo di paradiso, ci viene istintivo pensare alle nuvole, alle arpe, forse agli angeli. Paul Simon, invece, emette un piccolo ´hmmmm´. Ed eccolo comporre una canzone che si intitola The Afterlife. Come inizia? Con uno strepitoso verso: ´Dopo morto, il trucco mi si è asciugato...´. Quindi eccolo lì, morto e che si guarda intorno alla ricerca di Dio. E chi incontra invece? Un receptionist celeste, che lo informa che deve prima ´compilare la sua scheda/poi aspettare´. Invece Dio in effetti è sceso sulla Terra in una storia intitolata Love and Hard Times, ma soltanto per dare una sbirciatina in giro con una certa insofferenza, e concludere che ´qui la gente è pigra e sciattona´. ´Non avevo deciso un argomento a priori´ spiega Paul Simon ´ma ben cinque delle prime sei canzoni che ho composto parlavano di Dio, e mi sono detto che la cosa era interessante´.

Molte di queste canzoni hanno a che vedere con il fatto di essere mortali e quest´anno sia tu sia Art Garfunkel compite 70 anni. Forse aver raggiunto questa età ha un significato particolare per te?

´Ho una sana capacità di negare la nostra mortalità. Non ci penso e se mai mi capita di pensarci cerco immediatamente di pensare ad altro´.

Già a partire dal titolo, questo album è tutto sul significato della vita, vero?

´Vero. In copertina compare l´immagine di una doppia elica del Dna umano. E anche il titolo è una domanda: So beautiful or so what (Così bello o così cosa?). Che cosa pensiamo della nostra vita? In Question For The Angels la grande domanda che salta fuori è questa: alla Terra dispiacerebbe se il genere umano scomparisse? Per quanto mi riguarda scelgo So beautiful... Non si tratta tanto di ottimismo, quanto di capire davvero la bellezza che abbiamo ereditato. Non sono così ottimista in merito alle nostre capacità di preservarla, purtroppo´.

Scrivi di crisi e difficoltà ma credi davvero di conoscere questi problemi tanto da poterne parlare?

´Questi sono tempi duri dal punto di vista economico. Ma in America abbiamo anche vissuto dieci anni di clima politico molto stressante. E anche di difficoltà ambientali. In tutto il mondo c´Ã¨ già stato un cambiamento radicale. L´ascesa del fondamentalismo religioso ha aperto un enorme dibattito, anzi potrei quasi dire una battaglia tra i moderati e il pensiero estremista. Nei pensieri e nelle paure della gente comune c´Ã¨ questo. E poi c´Ã¨ anche l´incredibile cambiamento portato dalla tecnologia che preoccupa la gente, che si chiede se verrà mai il momento in cui il mondo sarà cambiato a tal punto che si ritroverà senza lavoro´.

Ma il successo e la ricchezza non ti isolano, impedendoti di capire le difficoltà dei poveri e dei senzatetto?

´Non sono al riparo da alcuna minaccia alle libertà dell´individuo, né lo sono i miei figli, i miei amici o la comunità nella quale vivo. Non sono isolato dall´ambiente, dal terrorismo. La mia vita non è ´così cosa?´´.

In Afterlife la tua conclusione è ´Ma tutto ciò che resta quando cerchi di spiegare/è un frammento di canzone/Signore: bibopalula uwodapdu´.

´Ciò che intendo dire è che quando ci si trova alle prese con un concetto più complesso di quello che si può capire, le parole non hanno più significato. E allora, è bibopalula o uwodapdu?´.

Il tuo stile è sempre molto discorsivo, ma poi a un tratto cambia tutto e riparti in una direzione completamente diversa.

´Le canzoni cambiano direzione molto velocemente. Lo fanno quando ho esaurito un´idea e un istante dopo ne ho un´altra, come se passassi da una stanza all´altra perché qualcuno mi sta chiamando. Ripensando a come l´età può influire sul processo creativo, direi che compare spesso la considerazione che si fa quando si dice: ´d´altra parte...´´.

È vero che sostieni che questo è il tuo lavoro migliore da 20 anni a questa parte?

´Sì, l´ho sentito dire anche io, ma non sono parole mie. Non ho certo questo sguardo retrospettiva sul mio lavoro´.

Cosa ti ha spinto a metterti a comporre tutte queste nuove canzoni?

´Mi sono chiesto: che cosa mi piace del mio ultimo album Surprise (del 2006, ndr) e questo mi ha portato a ritrovare una prospettiva armonica, non un vero e proprio ritmo. E di conseguenza mi sono seduto in una stanza con una chitarra in mano, ho iniziato a comporre. In qualche caso le idee mi venivano distintamente, con facilità, ma all´inizio mi dibattevo nel dubbio: ho davvero qualcos´altro da dire? Quella fase è durata un po´, è stata spiacevole, poi si è dileguata. In seguito scrivere e comporre è tornato a essere facile e scorrevole come quando le cose ti vengono fuori bene e paiono filare. Si noterà che in questo album non c´Ã¨ il basso´.

Come mai?

´Ho semplicemente deciso che il basso non mi piace. Le due divinità che io venero sono Bo Diddley e Mistery Train di Elvis Presley. E lì certo non senti molti bassi, anche se hanno un´intensità incredibile, una loro ruvidezza unica. Ora il mio gusto si orienta verso un mix di rock´n´roll anni Cinquanta e musica afro´.

Pensi di suonare dal vivo quest´anno? Da solo o con Art?

´Non andrò in tour con Art, prima di tutto andrò a suonare l´album e poi farò alcune tappe con una band più grande e brani che non suono più da anni. Ma non ho proprio in mente di suonare con Art´.





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